Salman Rushdie, autore indiano, definisce il libro di Foer “pirotecnico”, e probabilmente è la descrizione più adatta di questo splendido romanzo che ci tiene piacevolmente sospesi fino alla fine, senza l’ansia, la suspense, dei thriller ma con il senso di stupore e la curiosità che si prova ammirando l’evoluzione di un fuoco d’artificio così abilmente congegnato, un macchinario preciso, ben più di un semplice libro come testimonia l’inserimento delle varie foto atte a farci vedere il mondo con gli occhi del giovane protagonista Oskar Schell, un bambino di otto anni che ha perso il padre nell’attentato delle torri gemelle.
Il piccolo Oskar, la cui curiosità è stata fortemente incoraggiata dal padre, dopo la morte di questi trova nello scantinato una chiave di una cassetta di sicurezza dentro una busta con una sola parola scritta sopra : “Black”. Oskar comincerà così un’avventura che lo porterà a incontrare tutti i Black di New York, entrando in contatto con decine di persone diverse, ognuna con le sue gioie e i suoi dolori, ognuna con una vita che riceverà una vera e propria ventata d’aria fresca con l’arrivo improvviso di questo bambino dalla curiosità e spontaneità spiazzanti. Sarà proprio uno di questi Black, l’anziano Mr. Black, condomino di Oskar ad accompagnare per un certo periodo il bambino nella sua ricerca, inserendosi nella sua vita per riempire il vuoto, non completamente percepito, lasciato dall’assenza del nonno paterno, il quale abbandonò la nonna prima della nascita del padre di Oskar. Così nel libro la narrazione del pellegrinaggio di Oskar è intervallata da capitoli in cui sono riportati i pensieri della nonna, con la quale il bambino ha uno speciale rapporto, e da lettere che il nonno non ha mai avuto il coraggio di inviare al proprio figlio, padre del piccolo protagonista.
La ricerca di Oskar, portandolo a contatto con la varietà del genere umano, lo farà crescere, permettendogli di uscire anche se solo per poco – o magari solo parzialmente – dal bozzolo che lo avvolge: il bambino infatti soffre di una sorte di sindrome d’Asperger, anche se la malattia non è mai nominata nel libro.
Il romanzo rappresenta una ricerca di un qualcosa di introvabile, ovvero il padre perso, e la scoperta di un mondo non cercato ma che si manifesta di fronte a Oskar come un complesso fuoco d’artificio appunto.
edito da Guanda
pp. 351 – euro 13