“Il senso di una fine” di Julian Barnes (Einaudi)
Questo romanzo breve ha vinto il più importante premio letterario inglese, il Man Booher Prize. Julian Barnes, considerato un esponente della letteratura postmoderna, rivela uno stile semplice, scarno ed elegante al tempo stesso.
Ormai giunto intorno ai sessant’anni, Tony Webster riceve una piccola eredità: il diario di un lontano amico e compagno di studi, unito ad una modica somma di danaro. Tony è stato citato nel testamento di una signora – forse un poco eccentrica – da lui incontrata una sola volta, quarant’anni addietro.
Adrian, l’autore del diario, il più brillante e conteso fra i suoi amici, li lasciò molto presto, morendo suicida a ventidue anni.
Lo stesso Tony ammette la propria inferiorità rispetto ad Adrian; laureatosi in storia, il destino, in realtà, non gli ha riservato eventi epici: un matrimonio, un divorzio, la pensione, la solitudine. Nondimeno il suo bilancio è positivo: una vita trascorsa “nella media”, ma, in conclusione, soddisfacente. Volgendosi al passato, guarda con discreta indulgenza allo studente che fu, a colui che, con semplicità, asseriva come la Storia fosse costituita solo dalle menzogne dei vincitori.
“Da giovani, ci inventiamo un futuro diverso per noi stessi; da vecchi, un passato diverso per gli altri”. (Julian Barnes)
Il futuro che ci si inventa da giovani è necessario per affrontare gli imprevisti della vita: ci aiuta a proseguire nel cammino, convinti che possa sempre capitarci qualcosa di straordinario. Col trascorrere degli anni, quando il futuro si trasforma nel nostro vissuto, si tende ugualmente ad abbellirlo.
Il senso di una fine è posto più volte al centro dell’attenzione: un ragazzino di sedici anni, compagno di scuola di allora, morto impiccato, e il suicidio di Adrian, la cui vita sembrava indirizzata verso una gloriosa meta.
I minimi dettagli con i quali si prepara un suicidio, sono sufficienti a dare di esso una spiegazione? E se un evento recente e circostanziato non riesce comunque del tutto comprensibile, come può la Storia spiegare fatti più lontani nel tempo e privi di attendibili testimonianze?
Questi non sono gli unici interrogativi che l’autore pone al lettore.
Dal passato riemerge Veronica, la fidanzata di un tempo, con la quale Tony visse un’intensa e contrastante storia d’amore. Suo malgrado, è lei che riporta a galla antiche questioni, costringendo Tony a riflettere su cosa successe realmente all’epoca.
Il periodo trascorso assieme è rivisto attraverso un’altra prospettiva: episodi allora quasi irrilevanti, acquistano un diverso valore, una nuova accezione.
Solo adesso il protagonista comprende di avere valutato (e abbellito) il suo passato da un solo punto di vista: il suo.
Anche se Tony Webster scoprirà troppo tardi la vera ragione della morte di Adrian, potrà comunque farne tesoro: dal momento che la storia di ognuno di noi è unica, sforziamoci di trovare per essa una risposta, un significato; un senso. Prima che giunga la fine.
edito da Einaudi
pp. 152 – euro 17,50
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