Quando si incappa in un libro come “Le cinque persone che incontri in cielo” di Albom Mitch di solito lo si legge con avidità: è uno di quei racconti scorrevoli e brevi ma coinvolgenti che si consumano in poche ore, tutti d’un fiato. Questa volta non è andata così: ho letto con calma ogni pagina di questo libro, quasi a volerne fotografare i messaggi dosando le emozioni per non esaurire troppo in fretta la mia sete di conforto. Probabilmente l’approccio con questo libro dipende molto dallo stato d’animo di chi lo legge: chi è in momento sereno della vita lo divorerà, chi ha bisogno di supporto in un momento difficile farà di tutto per averlo accanto più a lungo possibile, come un amico prezioso. La storia è quella di Eddie, anziano manutentore di un luna park di provincia, che muore nel giorno del suo 83simo compleanno, nel tentativo di salvare una bambina vittima di un incidente causato dal malfunzionamento di una giostra. E’ partendo dalla sua morte che scopriamo la sua vita: in apparenza un’esistenza anonima e che invece, come tutte le vite, ha un grande significato che neppure il protagonista era riuscito ad attribuirgli. Eddie si ritrova in paradiso, tormentato da un dubbio: è riuscito a salvare quella bambina? Il suo sacrificio ha avuto un senso? Lo scopriremo solo alla fine, dopo aver accompagnato il vecchio giostraio nel suo percorso in cielo. In un paradiso diverso da quello dell’immaginario collettivo, Eddie incontra cinque persone: ognuna gli trasmetterà un messaggio importante sulla vita e sulla morte. Tra queste c’è la moglie, l’unica donna che lui abbia mai amato. Ma ci sono anche persone che nella sua vita hanno avuto in apparenza un ruolo meramente marginale: l’autore in questo modo insiste sul significato dei piccoli episodi della vita, che rientrano tutti in un quadro più grande che gli esseri umani non comprendono sempre nell’immediato. Anche quelle che consideriamo semplici comparse in realtà incrociano le nostre esistenze per un motivo ben preciso e spesso l’intersecarsi istantaneo delle esistenze produce conseguenze anche nel lungo termine. Attraverso questi incontri ripercorriamo tappe importanti della vita di Eddie, dall’infanzia alla vecchiaia, rivivendo con il protagonista alcuni dei suoi compleanni più significativi. Il libro non ha grandi pretese dal punto di vista letterario: è un romanzo scritto in maniera molto semplice. Ma forse la straordinarietà di questo autore sta proprio nel saper trattare con un linguaggio lineare e senza elaborate costruzioni sintattiche i temi più profondi di sempre: la vita e la morte. E’ in questa apparente leggerezza che si cela la profondità di questo romanzo: parlare del senso della vita e della morte con la stessa semplicità con cui si racconta una favola. E quando ogni momento della storia trasmette qualcosa si perdona anche la mancanza di un lieto fine. Una piccola nota per chi conosce l’inglese: l’ultima pagina del libro meriterebbe di essere letta in lingua originale perché nella traduzione si perde qualcosa.
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“Le cinque persone che incontri in cielo” di Albom Mitch
edito da Rizzoli
pp. 272 – euro 9,90
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Recensione di Alessandra De Angelis
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