“Le ore” di Michael Cunningham vinse il premio Pulitzer per la narrativa nel 1999; successivamente, nel 2002, ne fu tratto l’omonimo film. Il libro è un vero e proprio omaggio a Virginia Woolf, suo personaggio principale.
Sono narrate le vicende di tre donne, Virginia, Laura e Clarissa, in tre diverse epoche: l’inizio del ventesimo secolo (1923), il secondo dopoguerra (1949) e il 2001. È ambientato in tre diversi luoghi: la città di Londra (o, per meglio dire, un suo sobborgo), New York e la California. Filo conduttore, nonché trait d’union di tutta la storia è “La Signora Dalloway”, una delle opere più famose della Woolf. Virginia è impegnata nella creazione del personaggio di Clarissa; Clarissa Vaughan, signora newyorchese di mezza età, porta lo stesso nome della Dalloway; mentre Laura è immersa nella lettura del libro stesso.
Ognuna di loro conduce una vita apparentemente serena: Virginia può contare sull’affetto del marito e dei famigliari, e, non avendo particolari problemi economici, è libera di dedicarsi alla scrittura. Laura è una giovane sposa il cui unico compito dovrebbe essere quello di condurre la casa; ha un marito devoto, un figlio di tre anni, ed è in attesa del secondo. Clarissa è un’affermata editor, abita in una bella casa, conduce una vita brillante, ama ed è ricambiata. Trionfa il genere femminile: agli uomini, infatti, non solo sono riservati ruoli marginali, ma, fatta eccezione per Richard, sono tutti dipinti come persone discutibili, o buffe, o insignificanti.
“Le ore” è un romanzo che si avvita su sé stesso: le ripetizioni e i rimandi sono frequenti, poiché è su di loro che si basa la narrazione. Le rose ne sono un esempio: sono presenti nel sogno di Virgina, decorano la torta preparata da Laura, mentre Clarissa (inclusa la stessa Signora Dalloway) le compone in un vaso. Petali di rosa sono sparsi attorno al corpo dell’uccellino, nel giardino di Virgina, per l’estremo saluto. Le voci che tormentano Richard, nella fase finale della sua malattia, ricordano quelle che teme Virginia, quando combatte contro la depressione e, probabilmente, la pazzia. La Woolf racconterà il bacio dato dal suo personaggio (Clarissa Dalloway) a una donna; Laura bacia la vicina di casa Kitty, e Clarissa Vaughan vive da anni con la compagna Sally. L’autrice della Signora Dalloway, aspirante suicida, medita il suicidio del suo personaggio. Laura, anch’essa attratta dalla morte, dedica ore alle lettura del libro.
Il romanzo di Cunningham, in realtà, è comunque un inno alla vita, poiché l’autore ci suggerisce che le ore davvero importanti sono quelle che preludono alla felicità. Sono la felicità stessa. Clarissa e Richard, una ridda di pensieri in testa, che passeggiano attorno allo stagno mentre scende la sera, dopo il loro primo bacio, questa è una promessa di felicità. Un’altra passeggiata, sempre sul finire del giorno, piena di speranza: finalmente si torna a Londra! Leonard ha ritrovato Virginia, e, tenendola per mano, risale lentamente verso casa.
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“Le ore” di Michael Cunningham
edito da Bompiani
pp. 169 – euro 8
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