Lenz Buchmann è un uomo che si è posto al centro del suo mondo. È lui a determinarne la morale, è lui a decretarne con cinismo le leggi. La sua posizione in questo mondo è divenuta così stabile e radicata da potenziarsi giorno dopo giorno, in una concentrazione che è anche inesorabile assottigliamento, verso una finale e inevitabile dissoluzione nel nulla.
Con questo “Imparare a pregare nell’era della tecnica”, Gonçalo M. Tavares non intende presentarci il classico racconto edificante, in cui l’uomo cinico e dissoluto raggiunge infine la consapevolezza di un bene superiore. Anzi, la mano più spietata in queste pagine non è tanto quella del chirurgo Lenz Buchmann, impegnato nella sua lotta senza quartiere contro “la malattia” (ma anche per affermare se stesso), quanto quella dello scrittore che ne racconta la vicenda. Il bisturi che scruta l’organismo del paziente è quindi la prosa lucida e concisa di Tavares, abile a immergerci nella mente del protagonista, a fare della narrazione un trattato sulla natura umana, senza ipocrisie né perbenismi, ma solo con la fredda consapevolezza di chi ha avuto il coraggio di fissare uno sguardo veramente in profondità.
Ciò che ne emerge è uno spettacolo a tratti sconsolante: non c’è salvezza, non c’è redenzione alcuna. Anche quei personaggi che dovrebbero farsi portatori di un barlume di speranza, rivelano infine la propria sostanziale inadeguatezza.
In questa landa desolata la penna di Tavares si muove con un’intensità e una sicurezza senza eguali. I momenti migliori della sua prosa sono proprio quelli in cui il degrado morale si fa più palpabile, quando la natura umana si confonde per un attimo con quella animale – rivelando così la sua indole più riposta. Ma questa vertiginosa profondità di scavo si accompagna anche a un’armonizzazione della struttura complessiva: dopo essersi abbondantemente immersi nella lettura del libro, non mancherà di sorprenderci un curioso gioco di corrispondenze, superiore al piano della resa realistica dei fatti, e sconfinante entro ambiti più propriamente metaletterari. Si tratta di accorgimenti sottili, che possono anche sfuggire a un primo controllo, ma che s’impongono inevitabili se s’innalza anche di poco il punto di osservazione. E così risultano spiegate almeno in parte quelle che all’inizio erano potute sembrare semplici trascuratezze nella narrazione.
Perché lo si è già detto: “Imparare a pregare nell’era della tecnica” è un romanzo fortemente introspettivo, in cui scarseggiano l’azione e i dialoghi, in cui le descrizioni (di stati d’animo, o di posizioni morali) dominano assolute sulla narrazione. Eppure, alla grande profondità dell’indagine sull’indole del protagonista, si accompagna un’innegabile piattezza nella caratterizzazione psicologica di quasi tutti gli altri personaggi – dei quali in alcuni casi (e che casi!) non viene nemmeno riportato il nome. Ma tutto, come in una rete ben programmata dal principio, torna perfettamente: perché la “posizione nel mondo” di Lenz Buchmann è determinata da una serie di rapporti di forza, da parallelismi in cui le singole persone si riducono ad anonimi numeri, liberamente interscambiabili. Unica figura a reggere il confronto è quella del padre, non a caso sentito da Lenz come parte di un’unica energia incarnata. E sarà ovviamente nel rapporto con questa figura, che il grande programma dell’homo faber vivrà il suo dramma più feroce.
Conclusa la lettura, non sarà certo necessario seguire il consiglio di José Saramago in quarta di copertina (“Verrebbe voglia di dargli un pugno!”), ma è anche indubbio che se con questo libro Tavares ha confermato ancora una volta il proprio talento, lo ha fatto infastidendoci in maniera sopraffina, dalla prima all’ultima pagina. Sarà compito del lettore più avveduto ricostruirne l’intelligente elaborazione, individuandone i punti di forza ma anche le inevitabili debolezze. Perché se da un punto di vista teorico e stilistico il lavoro resta ineccepibile, in molti casi manca di quella genuinità che più profondamente avvince il lettore e che soprattutto serve a fare di un buon libro un vero capolavoro.

“Imparare a pregare nell’era della tecnica” di Gonçalo M. Tavares
titolo originale: “Aprender a rezar na era da téchnica. Posição no mundo de Lenz Buchmann”
edito da Feltrinelli
pp. 283  –  euro 17