Polignano a Mare. Fervono i preparativi per un matrimonio come tanti, con la preoccupazione per i dettagli, la voglia di renderlo indimenticabile, i pettegolezzi e le critiche dei vicini e dei parenti, la paura di dimenticare l’invito per qualcuno che poi si offende.
In tutto questo però c’è un particolare importante: Mimì, il padre dello sposo, e Ninella, la madre della sposa, sono stati innamorati.
Da giovani sono stati costretti a lasciarsi su pressioni della famiglia di Mimì e per tutti questi anni l’amore ha continuato a covare sotto la cenere senza mai spegnersi.
Mimì e Ninella si sono fatti una famiglia, dei figli: lui è l’uomo più importante del paese e lei, ormai vedova, è ancora la più bella di Polignano.
I contatti tra di loro per anni si sono limitati a occhiate fuggevoli in chiesa la domenica e poco più, sempre sotto l’occhio vigile di Matilde, la moglie di Mimì che in paese chiamano la First Lady, e dei paesani che conoscono la storia.
Ora questo matrimonio li costringe, in qualche modo, a riallacciare un contatto.
La storia è simpatica, a tratti divertente, con tanti personaggi e ci conduce al momento più importante del libro: il pranzo nuziale, con le sue rivelazioni e i suoi colpi di scena.
La trama è forse un po’ scontata ma sviluppata con leggerezza, magari un po’ troppo buonista e con una visione un po’ stereotipata dei matrimoni al sud.
“Io che amo solo te” è un libro per sorridere, con una scrittura fluida e un buon ritmo.
Si sente forte il rumore del vento, l’odore del mare e, naturalmente, la passione che ancora consuma i due innamorati.
Con una domanda: l’amore offre una seconda opportunità?
edito da Mondadori
pp. 262 – euro 16