Lexie a Londra nella prima metà degli anni ’50 e allo stesso tempo la finlandese Elina nella stessa città ma ai giorni nostri. Le storie delle due giovani donne corrono parallele e sembrano non intrecciarsi mai. Quasi fino alla fine appaiono due storie indipendenti: la prima è un romanzo di formazione in cui Lexie, da giovane spregiudicata in fuga dalle campagne del Devon, diventerà un’affermata giornalista. La seconda è apparentemente il racconto di una donna appena sfuggita alla morte durante il parto che si ritrova a fronteggiare le difficoltà di esser diventata mamma.
Il loro unico punto di tangenza sembra essere la maternità che irrompe nelle loro vite stravolgendole. In entrambi i casi è centrale la metamorfosi in cui incorre una donna quando dà la vita a un bambino e non poteva non essere una donna l’autrice di parole così vere:
“… cominciamo a portarci in borsa gallette smangiucchiate, un piccolo trattore, un lembo della sua stoffa preferita, una bambola di plastica. Perdiamo tono muscolare, sonno, ragione, prospettiva. Il nostro cuore comincia a vivere fuori del nostro corpo. Ci abituiamo a non andare più dove stavamo andando”.
E la verità più ingombrante del libro è che diventando genitore, si ripercorre la propria infanzia, si ripensa a persone e situazioni accantonate nella memoria da tempo immemore e, soprattutto, si rielabora tutto ciò che è stato grazie agli occhi dei nostri figli, dando importanza vitale a ciò che finora non l’ha avuta.
Ed è qui che entra in gioco Ted, il compagno di Elina, alla cui mente riaffiorano ricordi e immagini, arrivando a rubare il ruolo di protagonista alla madre di suo figlio.
Ed è proprio grazie a Ted che anche la seconda storia riesce ad appassionare come la prima in cui Lexie e il suo travolgente, impossibile, doloroso e insostituibile amore con Innes coinvolgono il lettore, trasportandolo in una Londra piena di fermento culturale.
Alla fine le due storie diverranno una soltanto e il ruolo centrale passerà da quello femminile a quello infantile. E ancora una volta, purtroppo, saranno i bambini a pagare il prezzo degli errori dei genitori.
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“La mano che teneva la mia” di Maggie O’Farrell
pubblicato da Tea Edizioni
pp. 379 – euro 9
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Recensione di Irene Gherardotti
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