E’ il 1953, ci troviamo negli Stati Uniti d’America: c’è la guerra in Corea, ci sono i coniugi Rosemberg che stanno per essere condannati a morte, c’è il maccartismo, c’è San Francisco che sta cambiando. E c’è il matrimonio di Pearlie e Holland Cook.
Il poco noto romanzo del poco noto scrittore statunitense Andrew Sean Greer è in fondo tutto qui:
“Questa è la storia di una guerra, non doveva esserlo, è cominciata come una storia d’amore, la storia di un matrimonio, ma la guerra le si è conficcata dappertutto, come schegge di vetro”.
E’ una storia dove succede poco, eppure è un continuo colpo di scena.
La prospettiva cambia ad ogni capitolo.
Pearlie, casalinga neanche trentenne completamente dedita al bellissimo marito Holland che ha conosciuto quando erano ancora ragazzini e all’amatissimo figlio Sonny, racconta il materializzarsi del passato dell’uomo che ama nella loro vita.
E’ Perlie che parla e ci porta attraverso gli anni e le vicende: stupisce come un giovane uomo quale è Reer possa divenire una voce narrante femminile così convincente.
Pearlie racconta e nel raccontare continuamente distrugge ciò che credevamo di aver capito. Ciò che lei stessa credeva di aver capito.
Pearlie racconta e lotta, lotta per la sua vita e per capire cosa vuole da essa. Lotta per suo figlio, per la loro felicità.
“Pensavo di essere felice” dice un giorno a Buzz, l’amico di suo marito che ha fatto improvvisamente irruzione della loro vita, minandone la fondamenta senza che niente appaia in superficie.
“Non è la stessa cosa che essere felici” le risponde risponde lui.
Da qui la storia d’amore e la storia di guerra diventano il percorso per capire la propria vita, per cercare di capirla, per provare a guardare oltre l’apparenza di chi ci vive accanto, sapendo che per quanto possiamo osservarlo non lo conosceremo mai fino in fondo.
Per cercare di conoscere soprattutto noi stessi, sapendo che non ci conosceremo mai fino in fondo.
Scritto nel 2008 e pubblicato in Italia da Adelphi, il romanzo riprende il racconto dello stesso Greer “La ballata di Pearlie Cook” : del racconto conserva il ritmo, che è quello di una musica lenta ma coinvolgente. Una musica che ci svelta quanto sia facile incorrere in errori basandosi su deduzioni affrettate.
E’ un libro da leggere, per ricordarci che per vedere la vera sostanza delle cose occorre guardare oltre l’apparenza. Per ricordarci che spesso è difficile comprendere anche noi stessi. Perché “metà della vita è capire cosa vuoi”.
edito da Adelphi
pp. 224 – euro 10