mondadori ugo riccarelli amore graffia il mondoPremio Campiello 2013 annunciato a Ugo Riccarelli per il suo ultimo – purtroppo in tutti i sensi – romanzo “L’amore graffia il mondo”. Annunciato ma meritato.

Un romanzo che non si dimentica: la scrittura è lineare, molto scorrevole. I personaggi sono tutti figli del proprio tempo e sono tanti. Ci si mette un po’ a familiarizzare con i nomi: la Maria, Delmo, la Luisa, l’Ada, l’Anita, Leone, Olmo, Severo. Signorina. Che è poi una locomotiva di straordinaria eleganza, ma è anche il nome che il padre ferroviere sceglie per la protagonista del romanzo.

Una donna. Perché nonostante la presenza di molti maschi le donne hanno un ruolo ben preciso e fondamentale: gli uomini comandano, è vero – Delmo, per quanto progressista e antifascista, si impone sulle figlie, fino a costringere Signorina suo malgrado ad abbandonare al scuola; Mario picchia la moglie e parte per le guerre come si esce di casa per andare al bar…
Sono però le donne che portano avanti la vita, sono loro che si rimboccano le mani e si prendono cura della famiglia. Poco importa se è la loro o quella dell’amica morta troppo presto: il loro posto è lì. Pratiche e solide.

Riccarelli disegna l’italietta fascista  e quella degli anni immediatamente successivi che molti di noi si sono sentiti raccontare dai genitori e dai nonni.

Bambini che giocano in cortile, la stazione come centro della vita, le terme frequentate da un noto politico, lo scorrere del tempo scandito dal passaggio del treno.

Finché viene il giorno in cui le donne restano sole: “nella casa dei ferrovieri la guerra s’era portata lontano i maschi della famiglia”. Passa la guerra e il mondo non sarà più lo stesso.

Signorina sta dalla parte di chi la guerra la subisce, la parte di chi vede sempre e solo il bastone e la proprio vita stravolta. La parte di chi la guerra non la vince mai, perché ha sempre da perdere.

E, terminato il conflitto, tornati a casa i fratelli, dovrà usare tutto il coraggio che le è rimasto per prendere in mano la propria vita senza rischiare di fare la fine di Ada, la sorella ribelle che per fuggire alla famiglia è finita sposa infelice di Mario.

Con tenacia e determinazione Signorina costruisce una propria famiglia, rinunciando di nuovo a parte dei suoi sogni. Continua a mortificarsi, ancora e ancora. Dopo che la famiglia le aveva imposto di smettere di studiare, dovrà rinunciare anche al proprio talento, alla gioia che le dà creare vestiti. Prima le difficoltà economiche, poi la malattia del figlio la porteranno – anche se ormai lontana dalla casa tra i binari e dall’esempio della madre – a mettere da parte i propri desideri, le proprie ambizioni.

Ma “lei si sentiva appagata perché il suo amore era riuscito a risolvere tutte le difficoltà e a tenere insieme il mondo che adesso lei poteva, con soddisfazione, ammirare”.

E’ l’amore ad essere, assieme a Signorina, il protagonista di questo romanzo. Quell’amore che sempre la sostiene quando “un peso appena allontanato” lascia il posto a “un altro nuovo che già le stava graffiando la vita”. Quell’amore che a lasciarlo fare, a saperlo assecondare, graffia sempre di più. Graffia il mondo.

Il coraggio di raccontare di andare controcorrente, raccontando una storia di sacrificio per amore, una storia di altri tempi, come non se ne raccontano più.

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“L’amore graffia il mondo” di Ugo Riccarelli

edito da Mondadori

pp. 219  –  euro 19

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Recensione di Laura Novi

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