“Mi riconosci” di Andrea Bajani (Feltrinelli)
Accanto alla tua bara in ostensione, acquattati dentro le vetrine, c’erano i libri della biblioteca. Stavano lì stipati e paralleli, tutti in piedi per la veglia, ciascuno col numero di catalogazione sulla costa, schiacciati contro i vetri per vedere le ultime ore del grande scrittore italiano che finiva.
Comincia così, con una scena di struggente bellezza, il racconto di Andrea Bajani: i Libri, la Letteratura, la Scrittura, divengono entità e rendono ossequio ad uno dei più grandi intellettuali contemporanei, Antonio Tabucchi.
È la fine del mese di marzo, un anno fa; Andrea Bajani si trova nella dimora dello scrittore, a Lisbona; di lì a poco parteciperà al suo funerale. Il momento di raccoglimento che precede il viaggio del corteo funebre sino al cimitero dos Prazeres, è il punto di partenza da cui prende avvio il racconto – intimo, intenso – del loro profondo rapporto d’amicizia. Tale breve attimo è una sorta di soglia che divide lo spazio in due dimensioni, da un lato la casa (“un labirinto che ci riempiva d’incapacità, di inettitudine”), luogo in cui i vivi si muovono in silenzio nel buio, nello smarrimento della commozione (“la tua morte impertinente ci teneva tutti quanti nel mirino”), dall’altro l’esterno, la luce del giorno, Lisbona, un luogo bianco, abbacinante per il sole. È un varco che permette altresì di addentrarsi in una dimensione più ampia, quella del ricordo, che si attua attraverso una narrazione che alterna aneddoti del passato con ritorni al presente, atti a suscitare una malinconia sottile, un sentimento nostalgico disarmante, saudade nei confronti di Antonio Tabucchi.
Unico grande protagonista di questo libro, Tabucchi è quel tu a cui Bajani si rivolge e con il quale conversa, ora al telefono nel cuore della notte, un attimo dopo ritratto in una fotografia. È personaggio onnipresente che in prima persona affronta la Morte. Di colpo della morte non ti fidavi più. Prima la convocavi di tanto in tanto per gioco. Adesso, invece, d’improvviso le chiudevi la porta a più mandate. Non volevi trovare più niente di suo. Tabucchi ne prende coscienza indossandone le innumerevoli maschere, la riconosce appunto: Andrea mio, è andata così, afferma, quasi si trattasse di un “piccolo equivoco di poca importanza”, riprendendo il titolo stesso di una sua raccolta narrativa. E allora risulta impossibile non ricordare le sue celebri riflessioni (“che cosa ci facciamo dentro questi corpi; forse ci viaggiamo dentro…forse sono valigie, ci trasportiamo noi stessi; vado a morire, mi restano pochi giorni di vita…suppongo che non avremo più occasione di vederci secondo le sembianze sotto le quali ci siamo conosciuti”), la sua poetica, i suoi notturni letterari. Leggere Mi riconosci è come incontrare lo scrittore in tanti momenti diversi, a una conferenza per esempio, dove lo si vede inseparabile alla sua borsa nera, o in una stazione, dove ci appare in pantaloni corti e Lacoste verde; è riflettere su quelle mail in cui le parole spesso venivano fuori nella notte, come fiori al rovescio, che avevano bisogno del buio per aprirsi, o udire la sua voce interrotta dalla tosse, osservare i disegni nell’aria creati dal fumo delle sue sigarette.
L’incontro finale fra Andrea e Antonio, prima della morte, è occasione ultima per donarsi reciprocamente qualcosa: “E dopo mi hai chiesto soltanto di parlare, e tu di poterti mettere in ascolto. Comincia da dove vuoi, letteratura, vita. Letteratura, soprattutto”. Il giovane uomo è al capezzale dello scrittore morente, gli regala parole – per tre ore te le sei prese tutte con un’espressione beata, come fossero aria che ti accarezzava il viso – mentre il maestro gli lascia il suo ultimo racconto, dettato poche ore prima di morire al figlio, il monologo di una donna che parla con se stessa, una storia che si è fatta da sola.
La bravura di Bajani consiste nell’aver elogiato e reso presente l’Assente, nell’aver conferito una volta ancora l’immortalità all’artista e all’uomo attraverso una scrittura fluida e sensibile, a tratti onirica ed ironica, un vero e proprio gioiello letterario, un atto di profonda riconoscenza.
edito da Feltrinelli
pp. 144 – euro 12
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