Alice Munro, Premio Nobel per la Letteratura 2013, ci consegna nove racconti di figure femminili in diverse età dell’esistenza umana: si parte dall’infanzia per attraversare la giovinezza e la maturità e giungere poi alla sua decadenza. Sono tutte storie che vertono sui rapporti familiari o affettivi: compagni di giochi legati da un affetto fanciullesco, mariti e mogli, cugine, sorelle. È la prospettiva femminile che rende però tutto diverso: c’è una sensibilità al particolare che permea ogni azione o ogni intimo pensiero e che dà calore anche ai fatti più banali. Vicende ordinarie acquistano un peso straordinario per le conseguenze che scatenano a livello emotivo sui personaggi e allo stesso tempo sul lettore che viene catapultato un turbinio di sensazioni.
Con uno stile apparentemente semplice ma indubbiamente efficace, l’autrice mette i vari personaggi di fronte a scelte ardue, dolorose, talvolta egoistiche ma di gran peso nelle vite proprie e altrui. In ciascun racconto il lettore ha l’opportunità di affacciarsi su scorci umani anche da lui già vissuti o potenzialmente futuri, scatenando così tempeste emotive di grande potenza.
L’ultimo racconto, “The bear came over the mountain”, a mio giudizio il più toccante, affronta il tema della vecchiaia e della demenza senile con una tenerezza scioccante, da riuscire addirittura a condizionare il nostro rapporto con noi stessi e con i nostri cari. È inevitabile che si arrivi a mettere in dubbio i nostri stessi rapporti: dopo aver condiviso un’intera vita con la persona che amiamo chi ci assicura che concluderemo coerentemente le nostre esistenze? E se noi o il nostro compagno ci dimenticassimo di tutto ciò che è stato per colpa dell’Alzheimer? Dopo aver letto “Nemico, amico, amante…”, questo doloroso dubbio si insinuerà nel lettore e non lo abbonderà più.
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“Nemico, amico, amante…” di Alice Munro
edito da Einaudi
pp. 315 – euro 12
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Recensione di Irene Gherardotti
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