Simone Marzini è un giovane scrittore padovano che sulla scia del romanzo d’esordio “Portello Pulp” e di una miriade di fumetti e racconti, ha deciso di scrivere un libro per puro divertimento; nasce così “Nordest Farwest”, una lettura piacevole e coinvolgente da assaporare tutta d’un fiato. Ma Nordest Farwest non è soltanto una storia raccontata per divertire: a Simone Marzini va senz’altro riconosciuta la bravura di esser stato capace di trasmettere al lettore, non necessariamente veneto e amante del genere pulp, una visione di ciò che si intende oggi per Nordest. Con raffinata ironia lo scrittore indaga e, in un certo senso, scardina quel “modello” vincente quale si è dimostrato essere il territorio nord-orientale d’Italia, un modello fondato sulla notevole intensità del lavoro, sull’adattabilità commerciale, sulla mutazione dei ceti sociali; mette a nudo insomma l’anima di quell’area le cui coordinate non sono soltanto geografiche, bensì marcatamente sociali.
Nordest Farwest narra le vicende di sei personaggi, tanto grotteschi quanto criminali, atti a riscattare la loro misera esistenza mettendo letteralmente a soqquadro l’intera zona del Veneto orientale. Questi tizi loschi si muovono sulle strade polverose della campagna veneta, una distesa verde interrotta dall’asfalto delle tangenziali e dell’autostrada; salgono a bordo di macchine sfasciate e percorrono zone industriali disseminate di capannoni e fabbricati dismessi, entrano in pub degradati ed escono da locali per scambisti con una rapidità e frenesia che contrastano di netto con la statica superficialità del loro quotidiano. La scrittura di Marzini crea così Fulvio, Diavolina e Gianni, tre uomini che organizzano l’assalto a un furgone portavalori, unica fonte di denaro immediato, ciò che veramente può cambiar loro la vita. Spinti da motivi diversi – Fulvio è stanco di tenere aperto un bar che nulla gli rende, Diavolina non ne può più di esser sfruttato in fabbrica nonostante sia cassaintegrato, Gianni vuole andare in America per curare la moglie malata – essi si trovano coinvolti in vicende tragicomiche concatenate fra loro che portano alla conoscenza di altri personaggi davvero bizzarri, Marlon Bianchi, un (poco!) furbo investigatore, Leika, una prostituta dell’Est, e Zorro, un malato mentale che pensa di essere un eroe. Attraverso questi personaggi apparentemente autonomi, Marzini delinea destini che si spiegano a vicenda, psicologie camuffate ma allo stesso tempo logicamente conseguenti, il tutto in un breve lasso di tempo, dal mercoledì alla domenica, suddiviso a sua volta in ristretti frammenti temporali che consentono una facile ricostruzione dei fatti, ricostruzione di cui se ne occuperà addirittura (nell’epilogo) un famoso giornalista: “Bruno Vespa mostrava il plastico della fabbrica crollata nel Nordest, il grande delitto plurimo ancora irrisolto che metteva a dura prova le ipotesi degli inquirenti e faceva la gioia della stampa”.
Al lettore sono riservati quindi colpi di scena e risate a non finire che allo stesso tempo avviano ad una riflessione sulla parodia dei tanti eccessi di oggigiorno, sull’arretratezza culturale nonostante un certo benessere territoriale, sulla costante perdita di valori morali. È interessante notare che tale elaborazione viene in gran parte attuata attraverso la figura di Zorro, un personaggio che non è direttamente coinvolto nell’intera vicenda, ma che assiste e osserva quanto accade intorno a lui, rivelando così una realtà assurda, anormale: “L’uomo chiamato Zorro aveva visto tutto. C’era un uomo con una chitarra che però era un fucile. E un angelo biondo che lo spiava, con una pistola in mano. Non stava andando bene. La tranquillità che aveva difeso in tanti anni stava abbandonando la sua terra”. Zorro è un personaggio grandioso, ben riuscito; è una figura che piacerà senz’altro al lettore attento: l’outsider che vaga in silenzio nella campagna veneta e si occupa delle nutrie del fiume Brenta gioca in qualche modo il ruolo del fuori campo cinematografico. E nel crearlo, Marzini ha arricchito il suo “piacevole” romanzo con una vena poetica davvero inconfondibile.
“Nordest Farwest” di Simone Marzini
pubblicato da Edizioni Biblioteca dell’Immagine
pp. 154 – euro 13
Recensione di Alessia De Marchi