Ogni pagina, ogni parola di questo libro, seppur lieve e limpida nello stile, pesa come un macigno sulla coscienza nel nostro Paese. Come pesano quegli anni di piombo, sangue, misteri e intrighi con i quali l’Italia non è ancora riuscita a fare i conti fino in fondo.
Anzi, l’impressione è che ci si sia voluti scrollare di dosso questa ingombrante zavorra con quell’ambigua sufficienza che purtroppo non è nuova dalle nostre parti.
Il risultato è che quel pezzo del nostro passato è rimasto una ferita aperta, indelebile nelle vite dei tanti che si sono ritrovati a sopravvivere dalla parte sbagliata della Storia. Non quella dei terroristi che (altro paradosso tutto italiano) continuano a godere di un’attenzione mediatica che li ha riabilitati troppo spesso come degli idealisti ingenui, quando non dei veri e propri eroi.
Ma quella delle vittime e, appunto, dei loro parenti. Sui quali grava ancora oggi la beffa dell’indifferenza collettiva che va ad aggiungersi al danno della perdita privata.
È anzitutto a loro, a quelli che il piombo lo hanno vissuto sulla propria pelle, che si rivolge Mario Calabresi, figlio del commissario assassinato nel 1972.
E lo fa con un ricordo privato e biografico che è insieme anche esercizio di memoria collettiva.
A beneficio dei tanti che in quegli anni si sono trovati a piangere i caduti in una guerra in cui spesso non sapevano neanche di trovarsi.
È proprio da questo suo farsi voce di tanti, quei tanti che una voce non l’hanno mai avuta, che deriva il carattere intenso e partecipato di questo libro.
Un racconto che denuncia, ma senza puntare il dito. Che testimonia, ma non accusa. Che rivendica, ma non urla.
Un diario pubblico, il cui successo testimonia forse che non tutti sono disposti a voltare pagina a tutti i costi, senza neanche sapere cosa c’è scritto fino in fondo, a quella pagina.
E ci ricorda, ancora una volta, come vivere in un eterno presente è il peggior modo di costruire un futuro migliore. E fare i conti con il proprio passato non è uno sterile esercizio da nostalgici ma il vero antidoto contro i veleni della Storia che, ed è Lei stessa a ricordarcelo, sono sempre in agguato.
“Spingendo la notte più in là” di Mario Calabresi
edito da Mondadori
pp. 131 – euro 9.50
Recensione di Giuseppe De Marco