“Ti ucciderò, mia capitale” di Giorgio Manganelli (Adelphi)
A vent’anni dalla morte rumoreggiano ancora i borborigmi del «Mangagnifico»! Dal suo intestino ormai quintessenziale, pervengono a tratti piccoli gorgogliamenti, borbottii, e poi «quei rutti, quelle loffe», quei sommovimenti «di un’anima colliquante» da cui sgorga una vera inondazione – di parole (ma non s’inorridisca, prego!, si citano qui le epistole dell’esimio scrittore all’illustre maestro Anceschi:...