In “Una donna spezzata” Simone de Beauvoir raccoglie la testimonianza di tre figure femminili, ma al tempo stesso dà voce a tante altre donne che possono rispecchiarsi nel dramma delle protagoniste. L’autrice, che di fatto è una delle maggiori rappresentati del femminismo letterario occidentale, riesce a dare corpo alle inquietudini e alle difficoltà di essere donna, madre, moglie e tutto quello che, negli anni 60 così come oggi, siamo chiamate ad essere. Tre storie diverse quindi ma unite da un filo conduttore comune, ovvero la femminilità, non in quanto arte seduzione come comunemente intesa ma in quanto essenza del genere femminile appunto. Tutte le storie sono raccontate in prima persona. La prima a parlare è Monique: dopo aver dedicato la sua vita alla famiglia scopre che il marito la tradisce e rimette in discussione il suo ruolo di moglie e di mamma. Nel suo diario inizia a valutare se stessa per come gli altri la considerano e non per come ha sempre creduto di essere. Accetta di condividere Maurice con la sua amante, inizialmente per convinzione che una sbandata non possa mettere in discussione 25 anni di matrimonio, poi per paura di restare sola. La seconda storia è raccontata dalla madre di Philippe, delusa dal figlio che, a suo dire, si è lasciato soggiogare dalla praticità della moglie abbandonando valori e tradizioni in nome di convenienza e carriera. Un tradimento generazionale non meno grave di quello coniugale. Se Monique è pronta a psicanalizzare i suoi errori, la seconda protagonista rifiuta di mettersi in discussione facendo appello a valori universali che non possono essere traditi per nessun motivo. Ma quale essere umano nella vita non scende al compromesso? Nel terzo capitolo il tono si fa violento e torrenziale, a tratti si fa fatica a seguire il filo del monologo che appare un flusso di (in)coscienza. L’ultima protagonista è infatti Murielle, condannata alla follia da due matrimoni falliti e soprattutto dal suicidio della figlia. Nei tra ritratti scopriamo una donna spezzata, che è quella che, avendo vissuto per gli altri, un giorno perde tutto e deve reinventarsi. Perché, in fondo, “non si trasforma la propria vita senza trasformare se stessi“.
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“Una donna spezzata” di Simone de Beauvoir
edito da Einaudi
pp. 256 – euro 11
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Recensione di Alessandra De Angelis
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